Benvenuti alla dodicesima edizione di The Invisible College. Questo numero è forse una sintesi di tutto ciò che è stato pubblicato finora. Collegando l’occulto con le sostanze psichedeliche, ci immergiamo nei due filoni che sono stati la forza generatrice dietro The Invisible College sin dalla sua nascita, tanti anni fa. Negli ultimi due decenni, questa rivista ha trattato una moltitudine di argomenti su entrambi questi temi. È giusto che siano combinati in questa edizione. A suo modo, The Invisible College ha preso parte alla tradizione delle scuole misteriche, impegnandosi a portare alla luce ciò che un tempo era nascosto, affinché tutti potessero vederlo e prendervi parte.
Questa l’introduzione al numero 12 di The Invisible College, pubblicazione dedicata ad arte visionaria, poesia, occultismo e psichedelia in senso lato, Il focus di questo numero è l’occultismo, con articoli quali “Dream & Divinities Tarot”, “Absinthe: Artemisia absinthium”, “Thoughts Upon the Bacchae”, “The Dream & Divinities Tarot”, con la tipica ricchezza di illustrazioni in tema (qui un assaggio in pdf).
Il progetto (rivista e annessi vari) è stato lanciata nel 2006 dall’eclettico artista statunitense noto come Gwyllm Llwydd, il quale in una lunga intervista per DoubleBlind Magazine, spiega di non considerarsi “propriamente un artista visionario nello stile di Martina Hoffman, Mati Klarwein o Ernst Fuchs”.
Mi considero più un surrealista della scuola di Max Ernst, Wilfried Sätty e del mio caro amico Jim Harter, che ora non c’è più. Cerco sempre di creare un ponte tra l’arte e le idee orientali e occidentali. Molte delle mie opere sono influenzate dall’Islam, a causa del mio background con il Sufismo. La mia arte è, nel complesso, surrealista, perché cerco di evocare uno stato onirico.
Un pluridecennale percorso tra psichedelia e arte in cui troviamo esempi di blotter art, mandala in stile puntinismo, illustrazioni varie di taglio visionario e surrealista, mistico e introspettivo, in particolare per una riedizione illustrata del libro The Hasheesh Eater di Fritz Hugh Ludlow (1975). Tutto ciò insieme a esperienze con ogni tipo di sostanze psicotrope e ad incontri (anche fortuiti) con tante situazioni e personaggi della scena nord-americana dalla metà degli anni ’60 ai nostri giorni. Oltre al diretto coinvolgimento nelle attività della Portland Psychedelic Society (Oregon), Gwyllm Llwydd spiega che le sue ultime sue produzioni includono vari dipinti e collage ispirati e descrittivi dei diversi stati di coscienza attivati dalle triptamine e dalla Salvia divinorum.
Ricordamo che il Convegno SISSC di settembre 2024 è stato dedicato proprio alle diverse declinazioni dell’arte visionaria (psichedelia e sciamanesimo, musica, pittura e molto altro), e alla sua capacità di evocare esperienze interiori profonde. Tema anticipato da un’ampia presentazione sul numero 1 del nostro Bollettino nuova serie “Oltre“.