SISSC_NEWS N.6 (LUGLIO 2025)

Pronto il numero 6 (luglio 2025) della nostra newsletter mensile: brevi rilanci (con link e riferimenti alle fonti originali) su temi quali: ricerca scientifica e nuove terapie, riforme legislative e analisi multidisciplinari, uscite mediatico-editoriali e rilanci culturali, eventi dal vivo e discussioni online, e molto altro. Uno strumento agile e veloce per tenersi aggiornati sull’attualità (e stimolare eventuali conversazioni). Questo l’indice:

  • SISSC informa: nuovo logo, bozza del programma del convegno annuale e….
  • RIP Jonathan Ott (1949-2025)
  • Ultrasuoni focalizzati per ridurre l’attività dell’amygdala
  • Nuovo libro di Andrew Gallimore sul DMT, Death by Astonishment
  • Criticità irrisolte e un morto alla Ayahuasca Foundation
  • Funghi psicotropi coesistono in simbiosi con la Morning Glory
  • Repubblica Ceca: firmata la legge per l’uso terapeutico di psilocibina
  • USA: Campagna d’informazione sui rischi degli psichedelici
  • Il rospo del Sonoran Desert a rischio estinzione per la “caccia” al 5-MeO- DMT
  • La Ruta Wixárika riconosciuta nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO
  • Notiziario Italiano di Parapsicologia

Disponibile il PDF integrale (1,9MB), da condividere variamente (citando la fonte SISSC):

Bernardo Parrella

RIP Jonathan Ott (1949-2025)

J. OttEsperto etnobotanico, scrittore, traduttore, editore, chimico dei prodotti naturali e ricercatore nel campo degli enteogeni e dei loro usi culturali e storici, Jonathan Ott se n’è andato il 3 luglio scorso. Fra i tanti progetti, aveva tradotto in inglese, dal tedesco originale, il libro di Albert Hofmann, LSD: My Problem Child (1980) e aveva contribuito a coniare il termine “entheogen”. Molteplici le sue collaborazioni nel campo, inclusi i ricercatori tedeschi Christian Rätsch, Marcus Berger, Jochen Gartz e l’etnomicologo R. Gordon Wasson.

Il suo libro del 1993, Pharmacotheon: Entheogenic Drugs, Their Plant Sources and History viene tutt’ora ritenuto una delle opere più importanti nell’ambito degli enteogeni, in cui descrive minuziosamente oltre 1.000 piante e composti, e copre oltre mezzo secolo di lavoro sul campo. E in Ayahuasca Analogues (1995) identifica numerose piante in tutto il mondo contenenti gli alcaloidi armalinici della Banisteriopsis caapi e le piante contenenti dimetil-triptamina, ovvero i composti chimici alla base della pozione allucinogena sud-americana. Recentemente era stata anzi annunciata una “serie deluxe” composta da dodici suoi volumi in tiratura limitata, tra cui cinque nuovi titoli e cinque nuove edizioni di testi ormai esauriti. Libri OttInnumerevoli i suoi articoli specializzati, apparsi negli anni su riviste e testate di vario tipo, dal Journal of Cognitive Liberties ad Hight Times alla serie dell’Harvard Botanical Museum.

Viveva da tempo nell’area montuosa di Xalapa, nel Messico sud-orientale, dove curava un giardino botanico e un laboratorio di prodotti naturali. Laboratorio che nel 2010 venne distrutto, insieme agli effetti personali, a causa di un incendio doloso, mentre la maggior parte dell’enorme biblioteca sopravvisse per via del clima umido della foresta. Spesso in viaggio per partecipare a convegni ed eventi vari, nel corso della Breaking Convention 2023 aveva presentato fra l’altro una relazione sulle triptamine sciamaniche da fiuto. E appena tre settimane fa aveva tenuto una lezione al Seminario di “Drugology” (Storia delle droghe) organizzato dagli amici della Fondazione Lobelian.

Un approccio, quello di Jonathan Ott, serio e non speculativo al tema delle piante/sostanze, decisamente “all’europea”. Oltre ad essere sempre molto attento, finanche certosino, su nomi e definizioni (fondamentale il suo contributo per arrivare a coniare il termine “enteogeni”), come rivelano i suoi testi alquanto complessi. Nel tempo non sono neppure mancati contatti o collaborazioni con alcuni autori legati alla Sissc, oltre ad aver firmato un articolo originale sul numero 2 della nostra rivista Altrove (2000): Ayahuasca e analoghi dell’ayahuasca. Enteogeni universali per il prossimo millennio.

Da seguire i numerosi ricordi e testimonianze che continuano ad apparire sulla pagina Facebook della Jonathan Ott Appreciation Society.

Redazione